CONTENUTI
- Fermatevi e guardate: Erode e il centurione. Quinta parte del ritiro del Venerdì Santo 2021 che don Paolo Di Gennaro ha tenuto ai seminaristi della Fraternità san Carlo.
- Lettera della beata Benedetta Bianchi Porro a Natalino Diolaiti, un ragazzo affetto da una grave deformazione.
- Scena del film Don’t Look Up! diretto nel 2021 da Adam McKay.
VOCI
- Alessandro Milanesi
- Paolo Di Gennaro
- Ignazio Beghi
PER APPROFONDIRE
Leggi il testo del ritiro di don Paolo Di Gennaro Fermatevi e guardate.
La lettera di Benedetta Bianchi Porro
Caro Natalino,
in Epoca è stata riportata una tua lettera. Attraverso le mie mani, la mamma me l’ha letta. Sono sorda e cieca, perciò le cose, per me, diventano abbastanza difficoltose. Anch’io come te, ho ventisei anni, e sono inferma da tempo. Un morbo mi ha atrofizzata, quando stavo per coronare i miei lunghi anni di studio: ero laureanda in medicina a Milano. Accusavo da tempo una sordità che i medici stessi non credevano all’inizio. Ed io andavo avanti così, non creduta e tuffata nei miei studi che amavo disperatamente. Avevo diciassette anni quando ero già iscritta all’Università. Poi il male mi ha completamente arrestata quando avevo quasi terminato lo studio: ero all’ultimo esame. E la mia quasi laurea mi è servita solo per diagnosticare me stessa, perché ancora (fino allora) nessuno aveva capito di che si trattasse.
Fino a tre mesi fa godevo ancora della vista; ora è notte. Però nel mio calvario non sono disperata. Io so che in fondo alla via Gesù mi aspetta. Prima nella poltrona, ora nel letto che è la mia dimora, ho trovato una sapienza più grande di quella degli uomini. Ho trovato che Dio esiste ed è Amore, fedeltà, gioia, certezza, fino alla consumazione dei secoli. Fra poco io non sarò più che un nome; ma il mio spirito vivrà qui fra i miei, fra chi soffre, e non avrò neppure io sofferto invano.
E tu, Natalino, non sentirti solo. Mai. Procedi serenamente lungo il cammino del tempo e riceverai luce, verità: la strada sulla quale esiste veramente la giustizia, che non è quella degli uomini, ma la giustizia che Dio solo può dare. Le mie giornate non sono facili; sono dure, ma dolci, perché Gesù è con me, col mio patire, e mi dà soavità nella solitudine e luce nel buio. Lui mi sorride e accetta la mia cooperazione con Lui.
Ciao, Natalino, la vita è breve, passa velocemente. Tutto è una brevissima passerella, pericolosa per chi vuole sfrenatamente godere, ma sicura per chi coopera con Lui per giungere in Patria.
Ti abbraccio.
Tua sorella in Cristo,
Benedetta.
Milano, 1 giugno 1963
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