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CONTENUTI

  1. Don Javier Rosales, diacono della Fraternità in missione nella casa di Bogotá, racconta la storia della sua vocazione.
  2. Lettera di Flannery O’Connor (1925-1964) ad Alfred Corn, uno studente universitario.
  3. “Tú sí que sabes quererme”, canzone di Natalia Lafourcade, cantautrice messicana.

VOCI

  • Tommaso Benzoni
  • Javier Rosales
  • Giovanni Barrani

PER APPROFONDIRE

La lettera di Flannery O’Connor letta da Giovanni Barrani:

Credo che la tua esperienza di perdere la tua fede o, come credi tu, dell’averla già persa, sia un’esperienza che, alla lunga, appartiene alla fede; o almeno può appartenere alla fede se la fede è ancora un valore per te, e lo deve essere, altrimenti non mi avresti scritto queste cose. Non vedo come il tipo di fede richiesta ad un Cristiano che vive nel ventesimo secolo possa esistere se non fondata su questa esperienza di incredulità come quella che tu stai ora attraversando. È una situazione di sempre, questa, non solo del ventesimo secolo.

Pietro ha detto: “Signore, io credo. Aiutami nella mia incredulità”. È la più naturale, più umana e più straziante preghiera del Vangelo, e io penso che sia la preghiera fondamentale della fede. Come matricola all’università, tu sei bombardata da nuove idee, o piuttosto frammenti di idee, nuove teorie, un’attività di vita intellettuale che è solo all’inizio, ma che sta già sopravanzando la tua esperienza vissuta. E tu, reduce da un anno simile, pensi che non puoi più credere. Stai appena iniziando a renderti conto di quanto sia difficile avere fede e fino a che punto sia impegnativo, ma sei troppo giovane per decidere di non avere fede solo perché senti di non poter più credere […]. 

Se vuoi la tua fede, te la devi guadagnare! È un dono, ma per pochissimi è un dono offerto senza pretendere in cambio il tempo necessario a coltivarlo. Per ogni libro anticristiano che leggi fatti il dovere di leggerne uno che presenti l’altra faccia della medaglia. E se uno non basta, leggine altri. […] Persino nella vita di un cristiano la fede sale e scende come le maree di un mare invisibile. È lì, se Lui vuole che ci sia, anche quando non riesce a vederla o a percepirla. Si renderà conto, credo, che è più preziosa, più misteriosa, in tutto e per tutto più illimitata di qualunque cosa tu possa imparare o stabilire all’università. Impara tutto quello che puoi, ma coltiva lo scetticismo cristiano. Ti manterrà libero: non libero di fare quello che ti pare, ma libero di lasciarti formare da qualcosa di più grande della tua intelligenza e dell’intelligenza di chi ti sta vicino. 

Flannery O’Connor, Sola a presidiare la fortezza, Minimum Fax

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