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CONTENUTI

  1. Silenzio come origine della verginità e della missione: quinta parte del ritiro d’Avvento di don Emmanuele Silanos ai seminaristi della Fraternità san Carlo.
  2. Brano del diario di Elio Croce (1946-2020), missionario comboniano in Uganda durante l’epidemia di Ebola.
  3. Scena tratta dal film Ben-Hur, diretto nel 1959 da William Wyler.

VOCI

  • Simone Lorenzi
  • Emmanuele Silanos
  • Gabriele Saccani

PER APPROFONDIRE

Il testo completo del ritiro di don Emmanuele Silanos Il silenzio, l’attesa, la gioia

Il brano del diario di Elio Croce letto da Gabriele Saccani

Questa sera abbiamo ucciso un grosso cobra, un metro e ottanta di lunghezza. C’erano due serpenti nel luogo in cui stiamo costruendo il nuovo reparto di isolamento, vicino al cortile dei ricoverati di Ebola. I miei operai li hanno visti poco prima che finisse l’orario di lavoro. Uno è riuscito a scappare, l’altro l’hanno fatto fuori a sassate. Con l’aiuto del mio libro l’ho identificato come un tree cobra, ossia un cobra degli alberi, molto velenoso. I ricercatori sudafricani lo hanno voluto e messo in formalina; hanno anche raccolto una biopsia per la ricerca di eventuali virus dell’Ebola. Io l’avevo preso e portato a casa senza guanti, quindi se avesse l’Ebola dovrei prendermela. Dopo cena sono anche andato a raccogliere una ragazza al For God, nei villaggi interni, dove non ci sono strade. Sono venuti a chiamare perché aveva mal di testa e febbre alta. Speriamo che sia solo malaria. Le ambulanze di notte non escono, e quindi non ho neanche gli autisti: se c’è qualche caso l’unica persona reperibile sono io.  Già che ero tutto bardato, ho colto l’occasione per fare un giro nei reparti; per prima ho visitato Grace Akullo. Respirava a fatica, ma aveva ancora la forza di parlare. Le ho detto che avevo contattato per radio fratel Bettini di Lira, il quale a sua volta aveva mandato il messaggio a padre Francesco Rizza, in modo che arrivasse a casa sua. Quando le ho chiesto come si sentiva, mi ha risposto che aveva molto male allo stomaco e si sentiva molto debole e che desiderava acqua gelata; per il resto si sentiva benino e non aveva paura di morire se questa era la volontà di Dio. Mi ha detto di dire a sua madre che pregasse per lei, che lei a sua volta dal cielo avrebbe pregato. E di dire così anche al padre Francesco. Abbiamo detto assieme più volte la «preghiera del pellegrino russo» insegnata dal padre Larem e detta tante volte assieme a lui: «Signore Gesù Cristo, figlio del Dio vivente, abbi pietà di me peccatore», l’unica preghiera possibile davanti alla morte. Pregando, abbiamo chiesto anche al dottor Ambrosoli e a suor Maria Scandola di intercedere perché guarisca, e poi abbiamo recitato la consacrazione alla Madonna dove ci si abbandona a lei perché ci usi come vuole, e che siamo pronti anche a morire perché suo figlio venga riconosciuto e amato da tutti gli uomini.

Più forte di Ebola, Elio Croce, edizioni Ares, 2001.

Guarda la scena completa del film Ben-Hur


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